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Le mie vele d'epoca

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Qualche anno fa a Porto Maurizio c'erano anche gli editori di mare



Gli stand degli editori erano allineati lungo la passeggiata ai bordi del porto antico. Le novità hanno sempre il pregio di essere vissute con entusiasmo e la vista spettacolare di cui si godeva dall'interno del nostro stand sulle imbarcazioni e sui nobili velieri che solcavano dolcemente l'acqua contribuiva a tenere alto il morale. L'editore di Magenes era presente soltanto il primo giorno, nei giorni successivi c'erano una sua collaboratrice e una standista. lo mi occupavo solo della vendita dei miei libri. Sin da subito è stato evidente che, rispetto alla folla che transitava davanti a noi di giorno e di notte, erano poche le persone che sostavano per guardare i titoli, sfogliare i libri, informarsi sui loro contenuti, dimostrando una qualche curiosità verso di essi. Noi passavamo ore intere in ozio totale, ad aspettare che qualcuno si fermasse.

Una cosa che avevo notato era che fra coloro che acquistavano i libri non c'era quasi nessun ligure. C'erano parecchi stranieri, soprattutto francesi e tedeschi, che erano lì in vacanza. Fra gli italiani, i più numerosi erano i piemontesi. Ricordo un signore di Villar Pellice, dunque montanaro, che ha acquistato il manuale per imparare la vela. Aveva infatti deciso che, una volta in pensione, sarebbe andato ad abitare al mare e avrebbe imparato questo sport. Una signora che era nel gazebo dei prodotti tipici liguri, responsabile di un consorzio dell'olio ligure, ha acquistato invece una copia della mia traduzione del Cristoforo Colombo di Jules Verne, che avevo portato con me, anche se non era previsto. Mi ha detto che intendeva regalarlo al fratello, collezionista di opere sul grande navigatore. Nel complesso, le vendite non sono andate troppo male. Inoltre, ho avuto occasione di parlare con lettori che già mi conoscevano, di incontrarne di nuovi e di scambiare con loro idee e impressioni. Di tanto in tanto, approfittavo dei momenti morti per andare a fare un giro in spiaggia...

Curiosità - I faretti degli stand erano accesi 24 ore su 24. L'ho fatto presente alla responsabile, ma mi ha risposto che la cosa era del tutto irrilevante. Evidentemente il risparmio energetico non era una priorità per lei. Una sera uno dei faretti, forse a causa del superlavoro, si è spento per sempre e ha lasciato al buio un'estremità dello stand. Il ragazzo che è venuto a ripararlo era affetto da un grave strabismo. Ho trovato strano che per un lavoro che può essere pericoloso e che richiederebbe una vista perfetta onde evitare di commettere errori venisse impiegata una persona con un simile svantaggio. Mi ha fatto venire in mente il dottore che aveva controllato la mia vista per il rinnovo della patente. Era daltonico e quindi, se qualcuno gli avesse spostato le strisce di stoffa colorata che dovevamo individuare e di cui lui conosceva a memoria la posizione, non sarebbe più stato in grado di riconoscerle. Ma si sa che non viviamo in un paese normale...

L'edizione successiva se la ricorderanno in molti. Intanto se la ricorderà quel poveretto che si è preso un razzo in un occhio sparato da un americano ubriaco. E me la ricorderò anch'io come un'esperienza piena di contrarietà. L'editore non era venuto e aveva spedito una parte delle casse di libri a una società locale collegata all'evento e un'altra parte insieme a quelli di un editore suo conoscente.

Avevo fatto un primo giro agli stand il venerdì mattina. Erano ancora quasi tutti vuoti e davanti allo spazio dell'editore conoscente del titolare, c'erano alcuni scatoloni su cui c'era il nome Magenes. Aspettando che arrivasse qualcuno, ho risalito tutti i gazebo camminando lentamente. A differenza degli altri, l'ultimo era già allestito. Era molto bello, perché accanto ai libri c'erano delle navi in bottiglia, delle stelle marine e una rete da pescatori che lo decoravano. Poiché i libri esposti erano della casa editrice Magenes ho chiesto alla signora seduta all'interno se quei libri li avesse mandati l'editore da Milano. Mi ha detto che erano stati spediti a una società locale organizzatrice di eventi. Poiché i volumi occupavano tutto lo spazio del tavolo non mi era chiaro dove sarebbero stati messi quelli ancora negli scatoIoni accatastati all'altra estremità del corridoio.      
L'edizione di Vele d'epoca 2014 se la ricorderanno in molti. Intanto se la ricorderà quel poveretto che si è preso un razzo in un occhio sparato da un americano ubriaco. E me la ricorderò anch'io come un'esperienza piena di contrarietà. L'editore non era venuto e aveva spedito una parte delle casse di libri a una società locale collegata all'evento e un'altra parte insieme a quelli di un editore suo conoscente.

Avevo fatto un primo giro agli stand il venerdì mattina. Erano ancora quasi tutti vuoti e davanti allo spazio dell'editore conoscente del titolare, c'erano alcuni scatoloni su cui c'era il nome Magenes. Aspettando che arrivasse qualcuno, ho risalito tutti i gazebo camminando lentamente. A differenza degli altri, l'ultimo era già allestito. Era molto bello, perché accanto ai libri c'erano delle navi in bottiglia, delle stelle marine e una rete da pescatori che lo decoravano. Poiché i libri esposti erano della casa editrice Magenes ho chiesto alla signora seduta all'interno se quei libri li avesse mandati l'editore da Milano. Mi ha detto che erano stati spediti a una società locale organizzatrice di eventi. Poiché i volumi occupavano tutto lo spazio del tavolo non mi era chiaro dove sarebbero stati messi quelli ancora negli scatoIoni accatastati all'altra estremità del corridoio.

Nel frattempo era arrivata "l'espanditrice di eventi", Paola Savella, a cui ho anche fatto presente il mio accordo con l'editore riguardante lo spazio a me riservato dove mettere i miei libri, per uno dei quali avrei incassato direttamente io i soldi. Nel sentire questo, l'espanditrice ha cominciato a espandere la voce fino a un volume altissimo. Pazienza per lo spazio, ma il fatto che per uno dei libri mi trattenessi il ricavato l'ha fatta andare fuori di testa. Mi ha detto che, da responsabile commerciale quale era, doveva capire bene a chi andavano i soldi delle vendite. In realtà, non avrebbe dovuto esserci alcun problema, perché l'editore aveva approvato questa soluzione. Purtroppo però, lui era stato latitante, non aveva telefonato per informare, lasciando noi nei pasticci...

Confesso di non amare le persone aggressive, che ti urlano in faccia, e questo sgradevole episodio ha condizionato il mio umore nei giorni successivi. Come se non bastasse, l'editore 'amico' a cui avevamo chiesto se poteva gentilmente provvedere a portare le scatole di libri al nostro stand, dato che lui aveva un carrello per il trasporto, è venuto a rovesciarceli davanti come se stesse scaricando del letame. Siamo rimaste allibite davanti a tanta maleducazione. Se è vero che è nel momento del bisogno che si vede la qualità delle persone, il valore di costui non deve essere eccelso...

Abbiamo risistemato lo stand, cercando di far stare tutti i libri e, una volta terminato il lavoro, mi sono accorta che non c'era una sedia per me e che avrei dovuto passare i quattro giorni successivi in piedi. Per me, sempre così pronta ad aiutare gli altri - a scuola i colleghi mi chiamavano 'la crocerossina' - è difficile capire il menefreghismo di chi, essendo responsabile dell'organizzazione dell'evento, vede una necessità ma non fa nulla per risolverla.

Nei quattro giorni successivi, l'espanditrice di eventi mi è passata sui piedi più volte per andare a occupare la sedia lasciata vuota in certe ore dalla signora che era con me allo stand - sedia che la signora, saggiamente e prevedendo le circostanze, si era portata da casa - senza battere ciglio. lo ho provato a chiedere in hotel e al ristorante dove andavo a mangiare, nonché a qualcuno di mia conoscenza se avessero una vecchia sediolina inutilizzata da prestarmi, ma nessuno mi ha dato nulla. Così, mi sono adattata a sedermi su due scatoloni di libri, che avevo sistemato uno sopra l'altro.

Considerando che gli organizzatori di eventi, per definizione, oltre ad occuparsi del budget, dei trasporti, delle strutture, della tecnologia, delle decorazioni e delle esposizioni devono occuparsi anche delle attrezzature, comprese le sedie per i partecipanti, forse questa tizia non ha adempiuto in modo molto soddisfacente al suo compito. Lei, più che organizzatrice, è stata una profittatrice, occupando abusivamente – lei che non c’entrava nulla con la vendita dei libri – la sedia che la signora addetta allo stand si era portata da casa e fregandosene del fatto che io non ne avessi una. Che personaggio squallido!
E dire che leggere che nella lista dei doveri degli organizzatori di eventi c’è anche quello di ‘assistere i clienti in tutte le richieste relative all’evento e risolvere le carenze che potrebbero verificarsi nel corso dello stesso...’. Siamo lontani anni luce!

Dopo il primo giorno, però, essi sono diventati sbilenchi e un pomeriggio sono scivolati. Sono caduta all'indietro, urtando la sottile parete di plexiglas e facendola uscire dalla cavità in cui era incastrata.
Mi sono spaventata e mi è scappata un’imprecazione, peraltro più che giustificata. Temevo di essermi rovinata la schiena Franca, che era seduta lì accanto e stava conversando amabilmente con un signore, non si è scomposta più di tanto. Ha voltato il viso sorridente verso di me e mi ha chiesto: “Tutto bene?”.
Proprio tutto bene non era, ho faticato a rialzarmi e sentivo dolore. Nella caduta, avevo battuto contro lo spigolo della pedana dello stand.

Sono rimasta in piedi per il resto del pomeriggio, augurandomi che arrivasse presto l’ora di rientrare in hotel per potermi stendere a letto. La mattina dopo sentivo ancora dolore, ho preso una compressa per poter affrontare meglio la giornata.
Ripensandoci dopo, tutto sommato mi è andata bene. Quel colpo avrebbe potuto avere conseguenze ben più gravi, con qualche danno permanente alla schiena…

L’attenzione ai dettagli e gli atti di gentilezza non sono parte del carattere della Savella. E se è vero, come si dice, che i tre segni di grandezza di una persona sono la generosità nel pianificare, l’umanità nell’esecuzione e la moderazione nel successo essi non fanno parte del suo bagaglio di qualità.
Savella è anche il nome di un farmaco per curare la depressione. Prima di ritrovarmi a dovervi ricorrere, sarà il caso che eviti ogni contatto con questa villana incivile. Quindi prometto sin da ora che non mi recherò mai più ad eventi (dis)organizzati da lei... Ci saranno solo i miei libri, come in questa mostra del libro a Bordighera.





Riflessione



Lo stand accanto al nostro vendeva conchiglie San Giacomo, tropicali, coralli, mascelle di pescecani e cose simili e il venditore, a differenza di noi, faceva affari d'oro. A me è venuta in mente una riflessione. Ho trovato che la scarsa vendita da parte nostra di libri -libri di mare, che educano anche ad avere rispetto per questo ambiente così maltrattato - e l'acquisto sconsiderato di varietà marine che ne favorisce il commercio fossero correlati. Chi legge, infatti, sviluppa consapevolezza e sensibilità ambientale, si rende conto che è un male incoraggiare il traffico di quegli oggetti perché in questo modo i fondali e le spiagge vengono depredati in modo feroce. Così, un ambiente che dovrebbe rimanere intatto viene impoverito e reso nullo per sempre.


I vicini di stand, infine, quello delle conchiglie e quello delle borse (ne avevo acquistata una anch'io) mi hanno rifiutato una gentilezza, che a loro sarebbe costata ben poco. L'ultimo giorno, un signore che ha comperato uno dei miei libri, ha pagato l'intera somma con monetine da 20 centesimi. Ho dovuto trattenermi dal chiedergli se avesse saccheggiato le cassette delle elemosine in chiesa. Le monetine pesavano molto e, nel tentativo di non avere tutta quella zavorra da portare a casa, ho chiesto loro se sarebbero stati d'accordo a cambiarmi almeno un euro o due per alleggerirmi un po'. "Assolutamente no!" mi hanno risposto entrambi, quelle monete a loro non servivano perché erano troppo piccole. Ho trovato la cosa particolarmente meschina, ma d'altra parte la delicatezza d'animo è cosa rara...

Post scriptum. Purtroppo ho dovuto interrompere l'amicizia su Facebook con Franca, con la quale mi ero trovata molto bene, stabilendo con lei una piacevole intesa. La colpa era del suo amico Giandomenico che condivide il nome di famiglia con quello di un insetto che si alimenta di qualsiasi sostanza organica, diventando veicolo di germi di ogni specie. I germi propagati da lui erano quelli di uno stalker. Aveva cominciato a scrivere che io usavo Facebook per fare pubblicità ai miei libri, cosa assolutamente falsa, come può confermare chi mi conosce, allargando le sue affermazioni sulle pagine delle amicizie in comune con Franca. Lei, da parte sua, molto gentilmente, aveva scritto un post sulla mia guida di Londra, di cui le avevo regalato una copia, e su quella di Parigi.



Come se non bastassero le affermazioni insensate di questo idiota, c'è stato un altro che lo ha imitato. Ha pubblicato nel commento una sua foto con in mano la bandiera italiana, scrivendo che lui amava solo l'Italia e che la Francia era un paese da evitare. Dato che le mie guide mi costano anni di lavoro complicato e pesante, penso che meritino qualcosa in più di queste note senza senso. Quindi, mio malgrado, ho rinunciato alla corrispondenza virtuale…







Porto Maurizio, Savona, Genova, Portofino, Portovenere, Santa Margerita

descritti da Guy de Maupassant nel 1889

Da Porto Maurizio a Santa Margherita...

Il cielo è coperto di nuvole. Il nuovo giorno, grigio e incerto, si fa largo attraverso la foschia che si è formata durante la notte e che stende fra noi e l'aurora la sua muraglia scura, in alcuni punti più densa, in altri quasi bianca. Abbiamo paura che le nubi rendano scuro l'aere fino a sera e, con una stretta al cuore, leviamo gli occhi al cielo con angosciosa impazienza e con una sorta di muta preghiera.
Dalle strisce chiare che separano la massa nebbiosa, indoviniamo che l'astro che sta al di sopra illumina il cielo blu e la loro superficie candida come la neve. Speriamo. Attendiamo.   continua...

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